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COMUNICATO STAMPA
Chi brucia il Corano brucia un'identità di fede
“Chi brucia il Sacro Corano non brucia un libro rilegato di fogli scritti, ma brucia un'identità impregnata di fede, cultura, amore e messaggio divino”. Commenta così Alì Pagliara, portavoce della CIDI – Comunità Islamica d’Italia quanto accaduto giovedì scorso durante i festeggiamenti di Eid al Adha fuori dalla moschea di Medborgarplatsen a Stoccolma. Un 37enne ha bruciato un Corano fuori dalla Moschea, dopo aver ottenuto il permesso da parte delle autorità della polizia. “Quando si registra un atto vile, come quello di dare alle fiamme il Sacro Corano Parola indelebile ed indiscussa di Allah – ribadisce Pagliara - si offende non l'uomo o la donna musulmana, ma lo spirito di fede islamica che alberga in tutti i cuori di coloro che credono nell'unico Dio e Profeta (pace e benedizione su di Lui). La CIDI -COMUNITÀ ISLAMICA DI ITALIA è vicina ai fratelli e alla comunità Islamica Svedese per quanto accaduto e si unisce in preghiera auspicando che in ogni azione possa prevalere sempre il buon senso e il profondo spirito religioso che guida i passi quotidiani di ogni musulmano”. Gli fa eco Rachid Mgari, Responsabile Relazioni Internazionali della CIDI: “Bruciare il Corano davanti ad una Moschea nello stesso giorno della festa più grande dopo quella di fine Ramadan, è un atto che va condannato non solo dalle autorità locali ma soprattutto da tutte le rappresentanze diplomatiche presso la Svezia. Noi tutti musulmani lavoriamo al fianco delle istituzioni nazionali ed estere con l’obiettivo di consolidare rapporti di pace nel mondo. È uno degli obiettivi principali della CIDI per dimostrare che è possibile una convivenza pacifica tra i cittadini del mondo, a prescindere dalla religione che professano”.