AFFERMAZIONI IRRIGUARDOSE E PROBABILMENTE PENALMENTE PERSEGUIBILI DI GHAZI SHWANDY E SAID EL AMORI

Apprendiamo con grande sconcerto le affermazioni irriguardose e probabilmente anche penalmente perseguibili, usate da tali Ghazi SHWANDY (ALFARS) e Said EL AMORI, nei riguardi del presidente dell’Associazione Comunità Islamica d’Italia (CIDI), prof. ing. Sharif LORENZINI.

A supporto di quanto innanzi detto, relativamente alla gravità degli atti compiuti, si evidenzia quanto avvenuto in data 12 febbraio 2021, in occasione del consueto incontro di preghiera collettiva di Al-Giumua, tenutasi illegalmente da parte dei suddetti Ghazi e Said nei locali del plesso immobiliare di via Cifarelli 28/C. In tale circostanza, esecrabile innanzitutto dal punto di vista religioso, è stato addirittura girato un video che ritraeva il Ghazi mentre, arrogandosi il ruolo di imam, arringava i fedeli, inveiva contro il presidente Lorenzini e disseminava odio e incitamento alla violenza nei presenti, anziché proferire parole di pace, di serenità e di fratellanza, stante il luogo e il contesto nel quale si svolgeva la riunione.

Come se non bastasse, al termine della preghiera hanno distribuito alla folla dei presenti copia di un documento (raccolta firme) recante, illegalmente, il logo della Comunità Islamica d’Italia (CIDI) con lo scopo di confondere i credenti oltreché di diffamare, creare odio e come detto incitare alla violenza nei confronti dei legittimi rappresenti della CIDI e, in particolare, nei confronti del fratello Sharif Lorenzini, presidente in carica della CIDI.

Preliminarmente, va detto che il professor Lorenzini è l’unico responsabile e rappresentante legale legittimante eletto, nel rispetto delle norme istitutive previste dallo statuto della CIDI.

Pertanto, chiunque in modo maldestro e illegittimo ritenga di potersi autoproclamare responsabile della CIDI attraverso il compimento di illegalità, non solo compie atti nulli, perché privi di qualsiasi fondamento giuridico, quanto molto probabilmente compie azioni delittuose, di rilevanza penale, peraltro già portate all’attenzione delle competenti Autorità tra cui l’Ecc.mo Signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, l’Ill.mo Signor Questore di Bari e tutti i responsabili degli uffici competenti dell’Amministrazione comunale di Bari e dell’Area Metropolitana. Nella qualità di membri della CIDI ed in forza dell’autorità morale da ciò derivante, a tutela della buona fede dei credenti, si sente il dovere di avvisare la Comunità Islamica di non collaborare nell’illegittimo ed anche probabilmente illecito progetto dei signori Ghazi SHWANDY e Said EL AMORI, non potendosi escludere il rischio di concorrere nei reati da questi probabilmente commessi di appropriazione di beni comuni, diffamazione e istigazione all’odio e alla violenza, oltre che di comportamenti contrari ai precetti islamici di pace e fratellanza. 

Tanto perché si sente il dovere di informare CORRETTAMENTE e RESPONSABILMENTE la Comunità. Perché un giorno renderemo conto ad Allah di tutte le nostre azioni fatte in vita.

Wassalam Aleikum a tutti.

Il Portavoce

(Alì Alessandro Pagliara)

e-mail: cidi@comunitaislamica.org